La Statua di Khasekhemwy, realizzata in scisto verde, è un'antica scultura egizia che raffigura il faraone Khasekhemwy, che regnò tra il 2740 e il 2705 a.C. Alcuni ritengono appartenga alla II dinastia, ma le incertezze rimangono molte.
La statua è uno degli esempi più antichi di statuaria egizia regale ma dimostra già una grande maestria nella lavorazione della pietra dura. Appartiene a una coppia di statue posta dal faraone stesso nel tempio di Ieracompoli, dove è stata rinvenuta nel 1898 da James Quibell.
Khasekhemwy è seduto sul trono di semplice fattura, indossa la corona bianca dell'Alto Egitto e il mantello bianco della festa giubilare sed, con la quale il Paese celebrava un ringiovanimento del sovrano a partire dal suo 30° anno di regno. Era un'usanza molto antica, probibilmente risalente al periodo protodinastico, secondo la quale si metteva a morte il re, considerato troppo anziano e non più in grado di difendere il proprio popolo. La cerimonia serviva al regnante per dimostrare il suo vigore fisico. Il rito consisteva nel portare il sovrano in una sorta di catalessi procurata tramite l'utilizzo dei fiori di loto. Il re veniva poi deposto dai sacerdoti in un sarcofago, dove rimaneva alcuni giorni. Al suo risveglio risultava in perfetta forma fisica e mentale.
Nella scultura, il faraone Khasekhemwy ha la mano destra chiusa e poggiata sulla coscia mentra la mano sinistra è poggiata nell'incavo del gomito destro; in origine, entrambe le mani impugnavano scettri andati perduti. La parte destra del capo e della corona mancano completamente. La parte restante lascia intravedere la maestria dello scultore nella resa degli occhi e della bocca.
Intorno alla base, sono inscritti numeri e simbolia indicare quanti nemici ha sottomesso il re. Il loro numero è di 47209, cifra di molto in eccesso.
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