martedì 7 febbraio 2017

ANTICO EGITTO: la cultura di Naqada

L'arte di Naqada si sviluppa in Alto Egitto tra il 3900 e il 3060 a.C. E' conosciuta principalmente grazie ai riti funerari. Era già radicata la credenza nell'aldilà: i morti non venivano ancora mummificati, ma deposti in fosse ricche di corredi funerari.
Cartina

Questo periodo viene diviso in tre fasi:
  • Naqada I (amraziano): tra il 3900 e il 3650 a.C.
  • Naqada II (gerzeano): tra il 3650 e il 3300 a.C
  • Naqada III (semainiano): tra il 3300 e il 3060 a.C.
Da sempre gli storici e gli studiosi si pongono la domanda sulla provenienza dei popoli che hanno dato vita alla civiltà egizia. Le teorie più accreditate sono due:
  1. invasori che, arrivando dalla Mesopotamia e attraverso il Mar Rosso, sono giunti in Egitto creando la "razza dinastica"
  2. popoli provenienti dalla terra di Punt, nell'attuale Somalia (teorie formulata da Petrie) 
A prescindere da quale delle due sia la più veritiera, è costante la presenza di ceramiche e necropoli.

NAQADA I
Vasi con bordo nero
La produzione di ceramiche è l'elemento caratterizzante di questa fase. Sono vasi di forma aperta, dal fondo rosso e talvolta decorati con disegni geometrici bianchi (linee, trattini, zig-zag). Verso la fine di questo periodo si osservano anche rappresentazioni stilizzate di animali (ippopotami, coccodrilli), figure umane, scene di caccia e di culto, riti sacri e barche.
Figurine
Un'altra produzione importante è quella dei vasi di forma conica, rossi all'esterno ma con bordi neri. Venivano capovolti e cotti. In questo modo i bordi si annerivano. Sono attestati scambi commerciali tra Alto e Basso Egitto. Un vaso fabbricato con pietra del Nord è stato trovato a El-Amra. La pietra è uno dei materiali fondamentali in questo periodo. In molte sepolture sono state rinvenute tavolozze e mezza discoidali. Le prime erano realizzate in scisto e venivano usate per i cosmetici. Anche il rame veniva importato dal Sinai o forse dalla Nubia, dalla quale provenivano ossidiana e oro. Le figurine umane, sia maschili che femminili, erano eseguite in avorio o terracotta. Forse erano associate al culto della fertilità.

NAQADA II
Vasellame
Pettini
In questo periodo si assiste alle prime migrazioni e alla fondazione delle prime città. L'arte si sviluppa e si diversifica. Ci sono vasi in pietra levigata, elementi in lapislazzuli, oggetti in rame (spille, pettini, amuleti e perle), coltelli in osso, calici dai bordi neri. I cambiamenti più evidenti sono nell'ambito della ceramica, delle tavolozze per cosmetici e figurine umane. C'erano scambi con la Palestina e la Nubia.
La differenza più evidente con il periodo di Naqada I, per quanto riguarda la ceramica, è l'inversione dei colori: si usano pigmenti bruni su un fondo nocciola. Le decorazioni si evolvono: scene più strutturate ma più misteriose come una barca con molti remi, due cabine, uno stendardo e personaggi sul ponte. E' stata interpretata come un villaggio con le sue palizzate. 
Le tavolozze cambiano forma: scudo o mezzaluna con bordi seghettati da cui fuoriescono teste di serpente o di uccelli.

NAQADA III
Paletta con bassorilievi
Coltelli decorati
Lo stato diventa sempre più centralizzato ed emerge una classe sociale di élite (con tombe più lussuose rispetto alle altre). Il sito archeologico di Ieracompoli è uno dei più significativi. E' stato ritrovato un gruppo di villaggi chiuso da un recinto, una necropoli e, forse, un tempio arcaico edificato in legno. La tomba n° 100 conteneva pitture con il tema della barca ma anche personaggi fluttuanti nello spazio e un ammaestratore di animali. Queste pitture presentano caratteri che ritroveremo nei successivi 3000 anni: la rappresentazione di uomini e oggetto senza pretesa di realismo, i colori simbolici e l'uso di registri.
I coltelli con lama di selce e manico in avorio conoscono un enorme sviluppo. Uno dei più belli è conservato al Louvre: è il coltello di Gebel el-Arak che su lato rappresenta scene di caccia di ispirazione sumerica e sull'altro un combattimento tra due diversi gruppi etnici. Le scene cono scolpite a bassorilievo su avorio di ippopotamo. 
Tavolozza con bassorilievo

Anche le tavolozze cambiano molto. Diventano oggetti istoriati, decorati con bassorilievi. Viene mantenuta la forma a "coppa". La più nota è la Tavolozza di Narmer che segna la fine del periodo Naqada III e della famosa "Dinastia 0".


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