mercoledì 28 ottobre 2015

MESOPOTAMIA, ARCHITETTURA: la ziqqurat di Ur

La ziqqurat è l'edificio più significativo dell'antico Vicino Oriente. Come per le piramidi egizie, anche la ziqqurat ha quattro lati e si eleva verso il regno degli dei. Però, a differenza delle piramidi, l'esterno non è liscio ma a più livelli. Questo serviva a facilitare il lavoro che avveniva nella struttura così come le funzioni  amministrative e i rituali religiosi essenziali nelle città di quel tempo. Le ziqqurat sono state ritrovate sparse nelle zone che oggi sono l'Iraq e l'Iran, e sono la testimonianza del potere e delle abilità della cultura che le ha edificate.

Una delle meglio conservate, è la grande ziqqurat di Ur. Piccoli scavi sono stati fatti nel sito intorno all'inizio del XX secolo, e negli anni Venti, Sir Leonard Woolley, con un progetto congiunto tra l'Università della Pennsylvania e il British Museum, ha rivelato il monumento nella sua interezza. Quello che Wolley ha trovato è una struttura rettangolare, orientata verso nord, costruita su tre livelli di terrazze, per una altezza complessiva tra i 20 e i 30 metri.
Ziqqurat di Ur (ricostruzione)
Tre scalinate monumentali conducevano a un ingresso sulla prima terrazza. Poi, una singola scalinata saliva alla seconda terrazza che prevedeva un tempio e la terrazza finale, la più alta.
L'effetto verticale e l'armonia dell'insieme è dato, oltre che dalla forma a torre scalata, dai muri inclinati e dalle scalinate che si congiungono obliquamente sotto una torre di guardia, in origine coperta a cupola. Inoltre gli architetti hanno dovuto praticare una correzione ottica incurvando leggermente verso l'esterno le pareti, per evitare che sembrassero piegate verso l'interno. 
 
La parte interna della ziqqurat era costruita in mattoni crudi di fango coperti con mattoni cotti posati con del bitume, un catrame naturale. La parte inferiore dell'edificio, quello che sostiene la prima terrazza, sembra sia stata costruita con 720 000 mattoni cotti. Le risorse necessarie per costruire la ziqquart sono impressionanti.


La ziqqurat di Ur e il tempio sulla sulla sommità sono stati costruiti intorno al 2100 A.C. dal re Ur-Nammu, terzo della dinastia di Ur, in onore del dio della luna Nanna, patrono della città-stato. La struttura avrebbe dovuto essere il punto più alto della città, visibile da molto lontano, punto di riferimento per i viaggiatori e i fedeli. È probabile che fosse il luogo dove gli abitanti portavano le eccedenze alimentari e dove ricevevano la loro razione di cibo. Nell'antichità si visitava la ziqqurat per trovare nutrimento fisico e spirituale. 
È chiaro che la parte più importante fosse il tempio di Nanna. Ma questo, sfortunatamente, non è giunto fino a noi.
Alcuni mattoni smaltati di blu sono stati trovati nel sito e gli archeologi sospettano che facessero parte della decorazione del tempio. La parte inferiore della ziqqurat, che è sopravvissuta, include splendidi dettagli di ingegneria e design. Per esempio, affinché lo strato di mattoni crudi rimanesse, a seconda della stagione, più o meno umido, gli architetti hanno progettato dei fori attraverso lo strato esterno di mattoni cotti per permettere all'acqua di evaporare. Inoltre sono stati costruiti scoli nelle terrazze per far defluire l'acqua piovana invernale.
La ziqqurat di Ur è stata restaurata due volte. Il primo restauro risale all'antichità. L'ultimo re neo-babilonese, Nabodinus, a quanto pare ha sostituito le ultime due terrazze nel VI secolo a.C.. 2400 anni dopo, alla fine degli anni Ottanta, Saddam Huddein ha restaurato la facciata della massiccia fondazione, comprese le tre scale che portano al cancello del primo livello. Da quest'ultimo restauro, la ziqqurat ha subito qualche danno. Durante la guerra recente condotta dagli americani e dalle forze della coalizione,Saddam Huddein ha parcheggiato i suoi caccia da guerra accanto alla ziqqurat, credendo che i bombardieri li avrebbero risparmiati per paura di distruggere il monumento. Le ipotesi di Hussein si sono dimostrate vere solo in parte, in quanto la ziqqurat ha subito danni proprio in seguito ad alcuni bombardamenti.

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