sabato 29 ottobre 2016

GLI ASSIRI - PERIODO PALEOASSIRO: la glittica

L'arte glittica della Mesopotamia settentrionale è conosciuta dalle impronte di sigilli sulle tavolette commerciali rinvenute in Cappadocia, dai sigilli  a cilindro provenienti da luoghi anche molto distanti dall'Assiria, in particolare da Mari, Tell Rimah e Tell Leylan. 
 
Il tema trattato  sui sigilli rimane quello della presentazione del fedele a una divinità o a un sovrano in trono. Dal punto di vista stilistico si riconsocono le seguenti caratteristiche:
  • allungamento delle figure
  • eliminazione del naturalismo
  • stilizzazione delle figure
  • spigolosità delle icone
  • formule epigrafiche scarne e ripetitive

mercoledì 26 ottobre 2016

GLI ASSIRI - PERIODO PALEOASSIRO: il rilievo e l'arte del cesello

Anche in questo settore le testimonianze sono molto scarse. Inoltre i documenti a nostra disposizione sono dubbi in alcuni casi e contradditori in altri. 
Un frammento di stele di vittoria, quasi certamente da attribuire a Shamshi-Adad I, è il rilievo più significativo dell'Assiria amorrea. L'opera rappresenta la vittoria sul re nemico abbattuto con la mazza del trionfatore, su di un lato, e la figura del principe fatto prigioniero, con i ceppi ai polsi, sull'altro. 
La veste sfrangiata, come viene rappresentata sulla stele, appartiene alla tradizione settentrionale. Ma la concezione della stele della vittoria, la sua formulazione e la scelta di decorarne entrambi i lati sono chiari riferimenti alla tradizione meridionale che rappresenta un modello al quale la committenza sembra ispirarsi. 
Queste testimonianze di un processo di babilonizzazione, avvenuto con Shamshi-Adad, sono indizi di una ricercata continuità con le esperienze neosumeriche e della I dinastia di Babilonia, tanto da permettere da ipotizzare una probabile presenza di botteghe di origine meridionale nella settentrionale Assur. 

Le lastre di metallo, prezioso e non, modellate a sbalzo e gli oggetti realizzati a fuzione possono essere decorati, ma anche rifiniti in ogni particolare, con uno strumento che dà il suo nome a una delle più importanti tecniche orafe: il cesello.
Ferri da cesello
Il cesello è un piccolo scalpello con cui si possono lavorare tutti i metalli e le pietre dure. Non si conosce l'epoca in cui questo strumento è stato usato per la prima volta. I ferri da cesello, utilizzati anche nelle operazioni di sbalzo, sono delle aste, un tempo di ferro, adesso in acciaio, a sezione quadrata o tonda, con la testa di forme diverse, mentra il capo opposto è destinato a ricevere i colpi dei martelletti. Le sagome dei ferri da cesello dipendono dall'uso che l'orefice vuole farne: ci sono ferri lisci dalla testa tondeggiante, altri più appuntiti o percorsi da puntini, da piccoli motivi a stelle, fiori o cerchietti ma anche dotati di una texture  particolarmente ruvida che rende la superficie dei metalli granulosa (lavorazione sablé), utilizzata anche come supporto per la stesura degli smalti.
I ferri da cesello possono essere utilizzati sia sul rovescio della lastra per creare rilievi sia sul recto per definire anche con estrema minuzia i particolari. Con il cesello non ci si limita solo ai lavori su lastra, perché  esso si usa anche nelle finiture delle fusioni di qualunque grandezza. Con il cesello che schiaccia e il bulino che taglia il metallo si correggono le piccole e grandi imperfezioni delle statue, si perfezionano le parti incavate e quelle più superficiali e "grafiche", come le capigliature, certi motivi decorativi, o i particolari dei panneggi.


giovedì 20 ottobre 2016

GLI ASSIRI - PERIODO PALEOASSIRO: l'architettura

Non ci sono grandi testimonianze dell'architettura paleoassira tranne il tempio di Assur. Questo si apre a sud-est su una corte trapezoidale. Ha una pianta rettangolare e presenta diverse entrate che introducono  a una corte centrale preceduta nel percorso ideale da un'avancorte; questa si apre su un'antecella larga che immette nella cella attraverso un'entrata trasversale di tradizione protodinastica. 

Lo sviluppo planimetrico complessivo e, in particolare, la successione di corti che introducono all'antecella sono ereditate dalla tradizione architettonica paleobabilonese mentre la cella con ingresso trasversale risente dell'influenza delle formule assire arcaiche del III millennio a.C. 

Le stesse influenza si riscontrano in un centro provinciale, presso Tell ar-Rimah, probabilmente l'antica Qattara. Il centro presenta un monumentale complesso religioso molto simile a quelli di Larsa e Mari. La struttura si articola intorno a una corte centrale (circondata su tre lati da una serie di vani) che si apre su un'antecella in asse con l'entrata principale del complesso.
Pianta
Questa formula mostra, più ancora di Assur, l'influenza meridionale sui complessi monumentali religiosi voluti da Shamshi-Adad I:
  • la corte centrale con le numerose entrate
  • i vani perimetrali alla corte
  • la cella con due vani laterali minori
  • le nicchie
  • i contrafforti
  • le lesene
  • le torri d'ingresso
  • le 277 semicolonne a fusto liscio, tortili e a tronco di canna
Sono tutti elementi architettonici e decorativi che richiamano fortemente la coeva tradizione templare della Mesopotamia centrale e meridionale. 
Ricostruzione

sabato 15 ottobre 2016

GLI ASSIRI: periodo paleoassiro (1950-1750 a.C.)

Il XX secolo a.C., come ricordato nella Lista Reale d'Assiria, vede l'ascesa, nella Mesopotamia settentrionale, dei primi sovrani di origine assira che promuovono una fitta rete commerciale con la Cappadocia. Qui gli Assiri, sotto il regno di Sargon I, stabiliscono "colonie mercantili", ad esempio Kanesh (odierna Kultepe). Queste colonie, chiamate karum vengono annesse alle città anatoliche ma di fatto godono di uno statuto fiscale speciale. Si pensa siano sorte
Questa attività è assai fruttuosa e si protrae fino al 1780. Il commercio consisteva in metallo (piombo o stagno) e tessuti assiri, scambiati con metalli preziosi (oro e argento) in Anatolia. Il commercio avveniva tramite carovane trainate da asini e spesso, per coprire le distanze più lunghe, ci si impiegavano anche cinquanta giorni.
La forte prosperità economica di questo periodo sarà la base  delle successive politiche di aggressione militare che diventeranno sempre più frequenti in Mesopotamia e Alta Siria. 
Alle dispute con Eshnunna seguono quelle con Mari, centro del medio corso dell'Eufrate. L'ascesa della I dinastia di Babilonia e l'aggressiva politica di Hammurabi pone fine a un regno dopo il quale sono conosciute solo testimonianze sporadiche: le poche iscrizioni reali sono troppo esigue per comprendere appieno  la consistenza dello stato paleoaasiro durante la seconda metà del XVIII e tutto il XVII secolo. Con Hammurabi, i vari karum in Anatolia cessano la loro attività mercantile. 

Assiria

martedì 11 ottobre 2016

GLI ASSIRI: introduzione

Gli Assiri probabilmente provenivano dalla regione caucasica, come le precedenti popolazioni dei Sumeri e dei Babilonesi e si insediarono nella parte alta della Mesopotamia, tra i territori di Sumeri, Accadi e Hittiti.
I loro primi insediamenti risalgono all'inizio del III millennio a.C., quando fondarono la propria capitale Assur, che era il nome della loro divinità più importante..
Dopo essersi insediati, gli Assiri occuparono anche la parte alta del Tigri e dell'Eufrate, dando inizio un processo di colonizzazione e di influenza sui popoli del luogo.
Nei secoli successivi si espansero in Siria e Armenia, territori che però rimasero comunque sotto il dominio hittita, che in quel momento governavano quelle regioni.
Gli Assiri passarono alla storia con la fama di forti e terribili guerrieri: infatti il loro esercito fu uno dei più forti e organizzati e grazie alla sua compattezza riuscì a conquistare territori di grande estensione che fecero del piccolo regno assiro un grande impero.
Le grandi conquiste cominciarono nel XIII secolo a.C. con il re Tukulti-Ninurta che, grazie ad un indebolimento del regno hittita, conquistò le regioni arabo-siriane e subito dopo marciò verso Babilonia, conquistandola: il suo esercito, che ebbe un ruolo determinante nella presa della capitale dell'impero babilonese, diede subito la prova della sua efficienza e della sua pericolosità.
Gli Assiri, come gli Hittiti, possedevano armi di ferro, più resistenti di quelle bronzee; inoltre usavano tattiche militari molto avanzate per l'epoca; per esempio, usavano gli arcieri per "coprire" l'avanzata dei carri trainati da cavalli, che dovevano spaccare lo schieramento nemico.

L'impero assiro, per le grandi dimensioni raggiunte, fu diviso in due tipi di regioni: le più interne erano chiamate "del medio impero" ed erano sotto il controllo di funzionari regi, mentre le provincie esterne erano sotto l'autorità di governatori nominati dal re.
Il luogo del potere era il palazzo imperiale, dove risiedeva il re con la corte; altri importanti personaggi erano il turtan, l'equivalente del nostro primo ministro, e il consiglio degli anziani, che si occupava dell'amministrazione, della giustizia e della riscossione delle tasse.
Oltre questa stretta cerchia c'era il popolo che viveva in condizioni di grave povertà
.
L'economia era favorita dalla presenza del fiume Tigri e da un sottosuolo ricco di materie prime. L'agricoltura era molto fiorente grazie alle condizioni fertilissime del territorio. il prodotto principale era la palma. Inoltre venivano coltivati miglio, frumento, grano e vite. Inoltre era nota la produzione di ceramica, mobili, stoffe e tappeti. Uno dei settori più importanti era la lavorazione dell'argilla, dell'oro e dell'argento.

L'impero assiro fu caratterizzato da un vero e proprio regime del terrore, della crudeltà e della ferocia, in battaglia come nella vita sociale. ILe rivolte erano sempre soffocate nel sangue e i massacri compiuti sulla popolazione scoraggiarono molti dei rivoltosi sopravvissuti a replicare le proteste. Dopo le conquiste, gli Assiri erano soliti esaltare il proprio regno e la propria potenza bellica tramite un grande lavoro propagandistico che si serviva dell'iconografia; statue e raffigurazioni delle vittorie assire erano utilizzate per impressionare le popolazioni nemiche.

venerdì 7 ottobre 2016

I BABILONESI - PERIODO NEOBABILONESE: il rilievo

Sono sporadiche le opere a rilievo del periodo tardobabilonese giunte fino a noi, il che rende deficitaria ogni conoscenza sulla produzione artistica delle botteghe lapidee di Babilonia della prima metà del I millennio a.C. 
stele-kudurru
Stele di Mardukaplaiddina
Nella stele-kudurru  di Mardukzakirshumi I si scorgono alcuni tratti essenziali della più tarda tradizione scultorea neobabilonese tra la fine del VII e tutto il VI secolo a.C. Nella stele del dinasta si esprimono nuove forme volumetriche dai contorni ondulati e dalle linee curve, un plasticismo accentuato e un'eleganza molto ricercata. 
Questi aspetti formali e di stile sono chiaramente espressi da un'altra stele, quella di Mardukaplaiddina II, dove le forme sono sinuose e c'è un'accentuata tecnica descrittiva, soprattutto nel volto. Nella stele a destra, il sovrano, dalle dimensioni maggiori, porta una lunga veste chiusa da una cintura senza fibula, verosimilmente in stoffa, e un copricapo a punta con diadema che ricade sulle spalle, a identificare la sovranità neobabilonese. Le divinità sono da riconoscere in Nabu, drago che sostiene un podio sopra lo stilo; Ea, rappresentato con il pesce-capra con un podio su cui compare il bastone ad ariete simbolo del dio creatore delle acque sotterranee; Marduk, raffigurato con il drago anguiforme con il podio su cui si staglia la vanga del dio di Babilonia.
Stele di Nabonedo
L'arte del rilievo tardobabilonese è conosciuta soprattutto su stele che riproducono il sovrano con tiara a punta, lungo drappo sulla schiena, asta regale e un piccolo oggetto ricurvo. Di solito si trova di fronte a un funzionario a cui rinnova la fiducia e il vassallaggio. L'aspetto religioso si manifesta nella presenza di simboli divini, mentre le iscrizioni occupano la maggior parte della pietra.
Fa eccezione la stele di Nabonedo, ultimo sovrano di Babilonia. La stele, caratterizzata dalla sola figura del sovrano con i simboli divini, richiama la struttura iconografica delle stele neoassire. Nabonedo, figlio di una sacerdotessa del dio Sin di Kharran, fu fortemente criticato dal clero di Marduk per le sue supposte simpatie verso il mondo assiro. Nabonedo è rappresentato con il tipico copricapo a punta della sovranità neobabilonese mentre sorregge l'asta regale. In alto a destra troviamo le tre divinità: partendo da sinistra, Sin è rappresentato con la luna, Shamash è raffigurato con il sole e Ishtar è simboleggiata con il pianete Venere.