lunedì 13 marzo 2017

EGITTO: Antico Regno

Antico Regno
La periodizzazione dei tre millenni di civiltà egizia in dinastie è un'operazione già messa in atto nell'antichità da un sacerdote egiziano di epoca greca, Manetone, che ha creato una lista di faraoni dai primordi all'epoca contemporanea, basandosi su fonti di età precedente. Nonostante oggi sia stato chiarito che non vi sono sempre autentici cambiamenti di lignaggio da una dinastia all'altra, questa scansione è mantenuta convenzionalmente negli studi.

Sotto la definizione di Antico Regno si comprendono le dinastie dalla III alla VI (dal 2650 al 2150 a.C.), che costiuiscono l'età classica della storia egizia, in cui si definiscono con più precisione i carattreri della società, della religione e dell'arte dell'Egitto; la capitale in questo periodo è Menfi, nel nord.
La conoscenza di questa fase è possibile grazie alla grande quantità di testi giunti fino a noi, che testimoniano la completa padronanza del sistema graficoe linguistico.


Innanzi tutto, la scrittura in Egitto nasce per motivi di celebrazione culto, quindi ha un alto valore religioso e simbolico; non a caso i primi geroglifici sono utilizzati per rendere visibili i nomi dei re e per descrivere divinità antiche.

Con la nascita di uno stato unitario si formulano anche miti che travalicano i confini locali e diventano nazionali; sono elaborate le prime cosmogonie, per spiegare l'origine del cosmo e la discendenza della casa regnante delle divinità primigenie.
Il re è denominato "Figlio di Ra", il dio del sole, ed è il solo a godere del privilegio di una vita oltremondana in cielo, tra le stelle circumpolari. L'uso "profano" della scrittura porta alla produzione di molti testi civili: la cosidetta Pietra di Palermo, testo annalistico epominico (ogni anno prende il nome da un fatto particolarmente significativo) redatto nella V dinastia, riporta gli anni di regno dei primi faraoni, ciascuno caratterizzato da un evento saliente. Vi sono anche numerosi testi non ufficilai, come le autobiografie scritte dai grandi dignitari di corte, che perpetuano così le loro gesta, e riflettono la posizione degli alti funzionari nell'apparato statale, incaricati spesso di imprese e viaggi in paesi stranieri.
Non mancano gli archivi di testi amministrativi, scritti su papiro, e relativi alla complessa macchina burocratica: alle direttive del re vi era una sorta di primo ministro (designato oggi con il termine turco di visir), al quale fanno capo i dicasteri del Tesoro, dell'Agricoltura, degli Archivi e della Giustizia; ci sono inoltre numerosi distaccamenti regionali del governo centrale, retti da nomarchi (capi delle provincie)

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