lunedì 20 giugno 2016

I BABILONESI: la porta di Ishtar

Porta di Ishtar
Era l'ottava porta di ingresso, a nord della città di Babilonia. Costruita da Nabucodonosor nel 575 a.C. Aveva una doppia apertura (doppia cinta di mura) con un alto arco fra torri ed era introdotta da una strada processionale pavimentata con pietra rosata e fiancheggiata da pareti ornate da figure di leoni smaltate, simbolo della dea Ishtar. Questi si alternavano a rosette anch'esse generalmente associate alla grande dea. 
La porta alternava numerose serie di immagini di tori, identificati con Adad, e di draghi, associati a Marduk, di colore bianco e giallo, a cui si aggiunsero rosette su fondo blu.
La porta subì successive aggiunte funzionali ai lavori della pavimentazione stradale; il piano fu innalzato fino a 15,4 metri rispetto all'originale.
La via processionale, la stessa porta e la sala del trono del palazzo Meridionale di Babilonia, mostrano novità che saranno ereditate in epoca persiana per decorare i favolosi prospetti dei complessi palaziali di Susa. I mattoni erano invetriati lisci sia decorati a rilievo secondo uno schema compositivo deciso prima della messa in opera.




giovedì 16 giugno 2016

I BABILONESI - PERIODO NEOBABILONESE: l'architettura

I sovrani neobabilonesi operano un vasto programma edilizio che riguarda il restauro, la ricostruzione e il completamento delle principali fabbriche palaziali e religiose di Babilonia e di tutta la Mesopotamia meridionale. A seguito della caduta assira, viene intrapreso un nuovo progetto urbanistico in Babilonia e nuovi interventi di restauro a Sippar ma solo con il sovrano Nabucodonosor II si avvia un progetto di ricostruzione che coinvolge le doppie mura di fortificazione della città, numerosi edifici sacri, compresi l'Esagila e l'Etemenanki, e i tre maggiori complessi palatini.
Il palazzo Meridionale misurava 300 x 150 metri e si divideva in cinque settori organizzati intorno a delle corti. Queste identificavano quartieri funzionali tra cui la zona del Tesoro, in passato erroneamente identificata con i "giardini pensili", ricordati dalla letteratura ellenistica, le abitazioni dei funzionari e uffici amministrativi, le abitazioni per gli alti dignitari dell'impero. La sala del trono prevedeva un podio ed era decorata con mattoni invetriati.
I complessi religiosi di Babilonia seguivano planimetrie e tradizioni seguivano precisi modelli che prevedevano una corte scandita da contrafforti su tutti i lati e torri d'ingresso alla cella di culto, un'antecella, una cella di culto con il podio per la statua della divinità. In questo modo fu realizzata l'Esagila, tempio dedicato al culto della massima divinità del pantheon babilonese, Marduk, che ne ordinò la costruzione; l'Esagila fu, secondo il "poema della creazione", costruito da tutti gli dei che lo edificarono a immagine e somiglianza dell'Esharra, dimora celeste delle divinità mesopotamiche. Secondo la mitologia babilonese, l'Esagila doveva essere il punto di incontro degli dei del cielo e degli inferi, sede delle assemblee divine e luogo di consacrazione dei sovrani. L'altro edificio, noto con il nome di Etemenanki, è andato perlopiù perso. Alcune informazioni ci vengono date da Erodoto, che visitò Babilonia nel 458 a.C. Si ipotizza fosse quadrato, in cui altezza, larghezza e lunghezza dovevano misurare circa 90 m. La ziqqurat doveva essere di 7 piani con un tempio sulla sommità.