In Mesopotamia le tecniche architettoniche sono state fortemente condizionate dalle caratteristiche del territorio, ricco di argilla ma povero di pietra e legno; questi ultimi dovevano essere importati e venivano quindi usati solo in casi eccezionali.
Il mattone è quindi il materiale architettonico tipico di questo popolo.
Ne esistono di due tipi:
- mattone crudo: fatto di argilla pestata sotto i piedi, mescolata a paglia e seccata al sole
- mattone cotto: solido come la pietra
Mattoni |
La forma più diffusa è quella oblunga e le dimensioni vanno dai 20 centimetri di lunghezza per 12 di larghezza dei mattoni più antichi fino ai grossi mattoni quadrati di 47 centimetri di lato del periodo neosumerico.
I mattoni cotti sono usati con moderazione a causa della scarsità di legna necessari per cuocerli. Vengono riservati ai plinti e alla pavimentazione di alcune stanze che altrimenti rimarrebebro in terra battuta.
In seguito il mattone cotto verrà usato nelle fondamenta, negli impianti idraulici e, su vasta scala, anche nei grandi palazzi dei funzionari pubblici, negli ipogei, nelle porte trionfali e nelle ziqqurat. In queste ultime l'interno è in mattoni crudi circondati da un gigantesco strato di mattoni cotti. Le murature sono rinzaffate con calcina di fango o bitume. Nei complessi architettonici più grandi, ogni otto-nove file di mattoni vengono posti degli strati di giunchi. In epoca neobabilonese si userà anche una malta di calce mescolata con bitume. Molto spesso i muri sono composti da file di mattoni posti di piatto alternati a file di taglio, ottenendo la classica lisca di pesce caratteristica dei monumenti mesopotamici.
Le coperture sono quasi esclusivamente a terrazze di terra battuta messa su un letto di sterpi che poggia su un fondo si stuoie.
veramente molto esaustiva
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