venerdì 27 novembre 2015

I SUMERI - PERIODO PROTOSTORICO: il rilievo

Rispetto alla statuaria, espressione del rapporto personale tra il fedele e il dio, il rilievo ha una funzione celebrativa e religiosa.

Nel rilievo la figura umana diventa un importante veicolo per celebrare il ruolo istituzionale del personaggio rappresentato, diventa insomma un'espressione dell'ideologia politica e religiosa della comunità. 

Queste prime rappresentazioni di un'arte che celebra la figura del re-sacerdote condizioneranno le successive sperimentazioni del periodo Protodinastico dove l'arte del rilievo, in particolare su stele, diventerà il primo e più efficace sistema di propaganda ideologica e politica.
Compare in questo periodo la figura del capo della comunità che combatte contro i leoni servendosi di una lancia; nello stesso modo emerge una rappresentazione del capo in lotta con i tori che vuole esprimere una nuova ideologia in cui si riconosce e si accetta la guida della comunità.  Questa guida esercita il dominio sulla natura, il controllo sull'imprevedibile ma, allo stesso tempo, porta stabilità, ordine sociale ed equilibrio nel rapporto con il divino. 
A questi soggetti, si aggiungono i temi agricoli e pastorali che caratterizzano la maggior parte dei reperti su pietra più antichi. 
Vaso cultuale di Uruk
Lo splendido vaso cultuale d Uruk testimonia l'antico gusto naturalistico per la rappresentazione di animali, elementi vegetali e la descrizione di simboli che alludono alla fertilità; a questi elementi si affiancano l'immagine di una divinità femminile e l'eroe capo  della comunità, ampiamente trattato dalla sfragistica, l'arte di produrre i sigilli.
Il vaso è diviso in tre parti, o registri, per dare continuità alla narrazione e alla descrizione degli eventi. Il registro inferiore è diviso in un doppio fregio in cui sono rappresentati, nella parte superiore, una serie di ovini che procedono da sinistra a destra e, nella parte inferiore, spighe che si alternano a palme sopra una doppia linea ondulata che ricorda l'acqua. 
Il registro di mezzo mostra l'incedere di numerosi servitori, nudi, con ceste di frutti che si stanno dirigendo verso la dea nel registro superiore. In quest'ultimo è riprodotta la parte finale della processione che termina davanti una figura femminile con mantello, veste lunga, chioma fluente e probabilmente due corna che la identificano come una divinità. La dea, forse Inanna, è di fronte a un personaggio maggiore, solo in parte visibile a causa delle frammentarie condizioni del vaso, dalla gonna a rete, nell'atto di incedere verso di lei mentre un intendente, da dietro, gli sorregge il lungo drappo del vestito.
La figura umana maggiore sembra essere la stessa figura presente nei sigilli dello stesso periodo e che viene spesso rappresentata mentre svolge atti di culto legati alla dea Inanna. Dovrebbe essere il sacerdote più autorevole legato al culto della divinità e quindi anche il capo delle prime comunità urbane. In questo vaso, che rappresenta i festeggiamenti che si svolgevano in occasione dell'avvento della primavera ("festa del Nuovo Anno"), si fondono gli aspetti centrali dell'ideologia mesopotamica in cui la sovranità si deve far carico delle celebrazioni religiose.

lunedì 16 novembre 2015

I SUMERI - PERIODO PROTOSTORICO: la scultura

Lo stile delle opere è naturalistico,  spesso senza alcuna caratterizzazione. Le statue rappresentano figure umane in pose ieratiche. Questo è stato ottenuto tramite l'inespressività dello sguardo che cerca di evocare spiritualità e trascendenza.
La scultura, e in generale tutta la statuaria, assume significati legati al pensiero dell'uomo mesopotamico, al modo di esprimere la sua spiritualità.  La statua diventa il simbolo del rapporto tra il fedele e il dio, un rapporto tradotto nelle posture dei soggetti artistici: atteggiamento di devozione e rispetto. 
La funzione sociale della statuaria mesopotamica rimarrà intatta per molti secoli ma la semplicità della lavorazione della pietra,  la postura e l'umile reverenza del fedele sono aspetti che si conoscono meglio a partire dal III millennio a.C. Vediamone due esempi.
Busto di fedele da Uruk
Il busto di fedele ritrovato a Uruk dovrebbe rappresentare la massima autorità cittadina,  riconoscibile per i lunghi capelli raccolti sulla nuca tramite un diadema, per la lunga barba arrotondata e scolpita tramite profondi solchi orizzontali e, infine, per il corto gonnellino e la cintura. La figura ha le mani chiuse a pugno, vicine e giunte sul ventre; è ferma, rigida, con una muscolatura possente che ne evidenzia la staticità e il senso di eternità che ne deriva. Il naturalismo, in questo caso, supera l'astrattismo tipico del periodo. 
Testa di Warka
Questa forte e nuova tendenza al naturalismo sembra superare le prime statue del periodo di Ubayd per cercare una maggiore chiarezza descrittiva.
Lo si vede chiaramente nella bellissima testa femminile di Warka, una delle più significative testimonianze dell'arte sumerica. Vicino la parte terminale dei capelli, la testa presenta dei fori che probabilmente servivano a ospitare i supporti di una lamina, in oro e incisa, che permetteva di rappresentare nel dettaglio l'elaborata acconciatura femminile.

sabato 7 novembre 2015

I SUMERI - PERIODO PROTOSTORICO: architettura

I complessi monumentali dell'area sacra dell Eanna a Uruk sono un punto di riferimento per provare a definire le tipologie e le variabili planimetriche  dell'architettura monumentale, soprattutto sacra, tra la fine del IV e l'inizio del III millennioa.C. I numerosi edifici rinvenuti nell'area sacra alla dea Ianna (area Eanna appunto) e al dio Anu (area Kullaba) sono fondamentali per identificare tradizione architettonica nata nel sud della Mesopotamia e poi  sviluppatasi anche sul medio e alto corso dell'Eufrate. 
  • A. Tempio a mosaico
  • B. Palazzo Quadrato
  • C. Tempio C
  • D. Tempio D
  • E. Cortile a mosaico
  • F. Sala dei Pilastri
Tra il VI e il IV livello dell'area dell'Eanna sono conosciuti molti complessi monumentali con funzione incerta. Il tempio a mosaico di coni di pietra è un edificio del VI livello con probabile funzione rituale. Il tempio misurava 19 x 29 m e comprendeva una cella centrale tra due ali simmetriche e, su un lato, un ambiente ortogonale a forma di L. Il muro del recinto era costruito con lastre di pietra. 
Il mosaico rinvenuto presso il tempio era composto da blocchetti conici di terracotta che venivano inseriti nella parete come chiodi, cioè messi in orizzontale in file sovrapposte con la punta verso il muro e la base colorata a vista.

Altro edificio è il Palazzo Quadrato, organizzato intorno a un cortile di 31 metri di lato circondato da vani minori disposti lungo il perimetro.  Gli ingressi erano numerosi e su tutti e quattro i lati dell'edificio. Le facciate erano caratterizzate da sporgenze e rientranze secondo una tradizione consolidata e riscontrabile anche in altri edifici dell'area. Il tempio C era di certo un edificio religioso; il complesso templare era tripartito, con annesso un secondo nucleo. La sala centrale era caratterizzata da nicchie e lesene. Al tempio C si affiancava il più grande tempio D, che si componeva di una grande sala centrale affiancata da due ali di ambienti e da nuovi vani minori localizzati lungo i lati brevi; il muro perimetrale si articolava con corpi scalari che creavano costruzioni aggettanti; queste, a loro volta, erano decorate con rientranze e lesene. La parte più monumentale del tempio è quella risalente  al livello V, completamente edificata in pietra calcare bianca; lo schema era tripartito, con una navata centrale  e vani minori lungo i lati. Gli ingressi erano numerosi e immettevano nella navata centrale, dalla caratteristica forma a T.
Parete a mosaico

Il complesso dell'Eanna era provvisto anche di un cortile a mosaico. Una parete era interamente coperta da un mosaico policromo di coni di terracotta lunghi tra gli 8 e i 10 centimetri e colorati di rosso, bianco e nero. Un ultimo edificio è la Sala dei Pilastri, ritenuta un osservatorio solare o un calendario per i giochi di ombre proiettati dal sole durante i solstizi e gli equinozi. 

mercoledì 4 novembre 2015

I SUMERI: periodo protostorico

Questo periodo va dal 3500 a.C. al 2900 a.C.. Nuove tecnologie, una maturazione organizzativa, un profondo sforzo di sfruttamento  dei terreni agricoli e la successiva disponibilità di eccedenza produranno quella che lo studioso G. Childe ha chiamato "rivoluzione urbana" . Lo sviluppo dei primi centri urbani, che superano la struttura del villaggio del Neolitico, ci accompagna a tre grandi trasformazioni:
  • tecnologico
  • demografico
  • organizzativo
Da un punto di vista organizzativo, la specilizzazione lavorativa favorita dalle eccedenze alimentari, determina una forte gerarchizzazione del lavoro, controllata dal tempio / palazzo.
Si definiscono così due tipi di rapporti con l'organizzazione statale: uno di dipendenza, in cui gli specialisti lavorano con i mezzi di produzione del palazzo che garantisce la loro sussistenza tramite razioni o assegnazione di terre; l'altro "libero", in cui il singolo cittadino possiede i mezzi di produzione e provvede la fabbisogno suo e della sua famiglia. 
Aratro seminatore
Da un punto di vista tecnologico vengono fortemente potenziati i sistemi di canali attraverso la bonifica dei terreni paludosi della Mesopotamia meridinale, si perfeziona l'aratro-seminatore usato per la coltivazine dei terreni dell'alluvio, che permette di ridurre i tempi di lavorazione dei campi rispetto all'uso della zappa, e si stabilizza su alti rendimenti la produzione di cereali.
La rapida crescita demografica, consentita dall'aumento delle disponibilità alimentari, provoca una grande concentrazione di popolazione nella città di Uruk e uno spopolamento della compagna circostante fino a un raggio di parecchi chilometri. 
L'arte di questo periodo risente delle trasformazioni connesse alla produzione agricola, punto fondamentale per lo sviluppo economico del paese, tanto da privilegiare temi legati ai cicli della natura e alle divinità, di cui emergono con grande forza gli aspetti della fertilità e protezione