Questa stele proviene da Abido ed oggi è conservata al Museo del Louvre. Si tratta di una lapide funeraria in pietra risalente alla prima dinastia, quindi circa 3000 a.C., che prende il nome dal faraone Djet. Prende nome anche dal cobra scolpito al centro. E' stata scoperta nel 1896. Questa rappresentazione del cobra corrisponde alla consonante egizia "dj". Non possiamo essere certi dell'esatta pronuncia del nome anche se è noto che nel sistema di scrittura egizia non fossero presenti le vocali. Questa è uno degli esempi più antichi di geroglifici monumentali risalenti alle prima dinastie (inizio del 3100 a.C.)
Il cobra è contenuto in un rettangolo che rappresenta un edificio (probabilmente la residenza reale) ed è stato raffigurato secondo le convenzioni del disegno egizio rimaste in uso fino alla fine del periodo romano. Sono visibili sia l'esterno, un muro decorato, che l'interno. Il cobra è sormontato da un falco, sacro al dio Horus che il faraone incarna sulla terra. L'iscrizione recita "Horus Cobra", nominando il re, un successore di Horus nel palazzo reale. I nomi della maggior parte dei faroni egizi sono stati scoperti in questa forma. Il nome Horus
Sebbene la stele fosse originariamente alta più di 2 metri, non è stata creata per essere visibile da lontano né per essere un segnaposto. E' stata trovata rotta vicino a una nicchia in un muro nel quale forse era incorporata, all'interno di uno dei più antichi monumenti funerari egizi nel sito archeologico di Abido, dove venivano sepolti i re della prima dinastia. L'iscrizione del nome del re nella pietra dura serviva a garantirgli la vita eterna.
Nessun commento:
Posta un commento