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Quartiere sacro di Ur |
Le conoscenze dell'architettura di questo periodo derivano principalmente dai complessi di Ur, Sippar e Nippur. Il quartiere sacro di Ur si componeva di molti edifici, organizzati in prossimità della grande ziqqurat fatta costruire da Ur-Nammu in onore del dio protettore della città, Nanna: il complesso religioso era composto da due o tre terrazze raggiungibili da una scalinata centrale e due laterali; i prospetti dell'edificio erano caratterizzati da contrafforti, lesene, sporgenze e rientranze. Sul piano più alto si doveva ergere il santuario, le cui misure cambiano in funzione dell'alzato della ziqqurat: se le terrazze erano tre, il tempio sulla sommità doveva limitarsi a un semplice sacello (piccola area recintata con al centro un altare), mentre se le terrazze erano soltanto due il tempio poteva essere più articolato.
L'accesso alla ziqqurat era permesso tramite l'Edublamakh, portale di accesso che durante il periodo neosumerico fungeva anche da corte di giustizia. L'ingresso dalla corte di Nanna fu concepito, per la prima volta, attaverso torrioni aggettanti arricchito da sporegenze e rientranze. Esternamente al complesso sacro del dio Nanna, c'era l'Enunmakh ossia il Tesoro dei dinasti di Ur. Aveva pianta quadrata; al suo interno racchiudeva una fabbrica minore composta da quattro vani lunghi preceduti da una cella longitudinale. Un altro complesso monumentale era l'Ekhursag di Shulgi, cioè la fabbrica palaziale del secondo re della III dinastia di Ur. Il complesso quadrato era composto da un'ampia corte, due grandi sale con funzione di anticamera e della sala del trono.
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