La Stele di Naram-Sin o Stelle della Vittoria è un bassorilievo di arenaria alto circa 2 metri. Rinvenuta nei pressi si Susa, l'opera celebra le gesta del sovrano accadico Naram-Sin ed è, oggi, conservata presso il Museo del Louvre.
La figura del sovrano Naram-Sin, come quella di Sargon, diventerà un modello letterario ampiamente sfruttato dalla posteriore tradizione storiografica della Mesopotamia. In questo caso egli sarà preso come ideale negativo, verosimilmente a causa del suo tentativo di imporre la nuova figura del re-dio, unico artefice delle vittorie militari. La figura storica di Naram-Sin, in realtà, continua e sviluppa una comunicazione ideologica-religiosa che mira alla celebrazione del sovrano.
L'iscrizione originale ricordava le vittorie del sovrano contro i Lullubi, ma una seconda fu aggiunta in seguito da Shutruk-Nakhkhunte, sovrano elamita che dovette depredare la stele di Sippar, dove originariamente era eretta, e riutilizzarla per i propri obiettivi di propaganda a Susa, dove poi fu rinvenuta.
Stele di Naram-Sin |
Schema compositivo |
La generale postura, lo sguardo del re verso l'alto, i nemici sconfitti e calpestati dall'avanzata del sovrano conferiscono all'intera rappresentazione drammaticità e un generale senso di inarrestabilità.
L'attenzione con cui si descrivono gli aspetti paesaggistici documenta un primo grande sforzo finalizzato a storicizzare l'evento.
Le divinità sono relegate a semplici simboli astrali.
La stele, opera più importante della dinastia, era a lunetta, secondo una tradizione già conosciuta del periodo Protodinastico, ma la decorazione era posta su di un solo lato e priva di listelli divisori.
Il sovrano è rappresentato con lunga barba e con la tiara a corna, copricapo esclusivo delle divinità, mentre armato di arco e frecce procede verso l'alto, le gambe poste su livelli distinti per accentuare la forza nell'incedere. L'ascensione dell'esercito accadico, non più visto come una moltitudine indistinta e compatta, è enfatizzata dall'uso di un piano obliquo su cui le figure si stagliano.
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