Con Tukulti-Ninurta II l'Assiria, aiutata da un forte sviluppo demografico, dà inizio a un nuovo periodo che pone fine ad anni di grave crisi economica e politica. L'accorto governo dei sovrani successivi getta le basi di una nuova formazione imperiale che, verso la fine del VII secolo, arriverà a dominare fino in Egitto. Tutti si impegnano in faticose e ripetute campagne militari in Occidente per estendere un dominio che arriverà fino al mar Superiore (mar Mediterraneo) e terrà sotto controllo il fronte settentrionale, da sempre minacciato dalle popolazioni urartee.
Il regno viene riorganizzato e diviso in province per operare un controllo più diretto sulle zone assoggettate. Si consolida la struttura politica e amministrativa di gestione e controllo dei territori occidentali. Con il VII secolo il potere dell'Assiria è ormai universalmente riconosciuto: Sennacherib, Esarhaddon e Assurbanipal, dopo alterne vicende, conquistano l'Egitto, debellano l'Elam, domano Babilonia e rendono inoffensivo il regno di Urartu.
La vastità e la grandezza dell'impero assiro non conoscono eguali, il suo dominio si estende dal mar Mediterraneo al golfo Persico, dall'Egitto alle prima alture degli Zagros, fino all'Anatolia. L'ascesa di nuovi popoli, tra cui i Medi, abili nello sfruttare i vuoti politici determinati dal crollo del regno elamita, creano tuttavia i presupposti per un radicale e rapido collasso del sistema assiro. Sotto i colpi dell'azione congiunta di Medi e Babilonesi, prima Assur e poi Ninive si arrendono agli assedi di Ciassare II e Nabopolossar.
Impero neo-assirio |
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