Si conosce poco dell'arte bronzistica del periodo paleobabilonese. Di grande spessore artistico è, però, una protome di leone accosciato in rame rinvenuta a Mari, che doveva essere posta all'ingresso del tempio di Dagan. Qui svolgeva la funzione apotropaica che, in epoche posteriori, sarà assunta dai lamassu collocati presso gli stipiti degli ingressi monumentali delle fabbriche palaziali neoassire.
Chiodo |
Ampia documentazione di arte toreutica si ha dalle figurine in bronzo inserite, per il loro valore protettivo, nelle fondazioni dei complessi edificati o ampliati.
Un esempio è il chiodo di fondazione conservato a Berlino con l'iscrizione di Kudur-Mabug e di suo figlio Rim-Sin di Larsa.
Queste statuine, che ideologicamente volevano presentare il sovrano come ideatore e artefice del restauro o della costruzione dei maggiori complessi sacri, rappresentano una delle migliori evidenze dirette sull'arte toreutica delle botteghe della Mesopotamia centro-meridionale durante i primi secoli del II millennio a.C.
Questa produzione continua con il periodo paleobabilonese, quando le forme tendono ad essere più pesanti e meno armoniche rispetto al periodo neosumerico.
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