domenica 17 aprile 2016

I BABILONESI - PERIODO PALEOBABILONESE: la glittica

La glittica dell'inizio del II millennio della Babilonia centrale e meridionale rielabora il tema della lotta tra eroi e uomini-toro, riprendendo il modello neosumerico. 
Il campo scenico viene arricchito con elementi mitologici e fantastici. La vecchia fiera capovolta soggiogata dall'eroe viene sostituita  da un confronto tra un capride, anch'esso capovolto, e l'eroe nudo, con barba lunga e cintura di corda che gli cinge tre volte la vita. 
Continua la classica scena di introduzione sviluppata dalle botteghe neosumeriche, anche se con alcune varianti di stile e di composizione delle figure. Queste non sono più in piedi ma sedute, con nuovi simboli che permettono di riconoscere immediatamente le divinità.
Le differenze più evidenti sono:
  • nella posizione della dea intercedente, ora dietro il fedele e non più davanti
  • nell'atteggiamento delle sue mani, entrambe alzate al posto di una
  • nel gesto del fedele, che spesso porta un'offerta
  • nella posizione della divinità maggiore, in piedi, con una gamba sopra una protome (busto) leonina, uno sgabello o una montagna stilizzata
 Dal punto di vista delle innovazioni iconografiche e simboliche abbiamo:
  • il disco radiale è racchiuso all'interno della falce lunare
  • la lunga veste del fedele è molto più accurata
  • il dio riceve con una gamba appoggiata a uno sgabello
Le divinità più attestate sono Ishtar e Shamash che vengono rappresentate nel loro aspetto guerriero (Ishtar) e di garante dell'equità sociale (Shamash). Il dio sole è spesso raffigurato con la tiare a più corna, con lunga veste striata aperta sul davanti, mentre riceve un fedele; la sua gamba poggia su di un alto sgabello e su di un monte stilizzato. Le due faretre incrociate sulle spalle, l'emblema della protome leonina tenuta nella mano destra sono gli attributi della dea guerriera; il vestito è lungo e striato, l'altra mano impugna spesso un'arma ricurva che sarà usata molto, in seguito, nella statuaria regale neoassira.
Sigillo di Sin-Ishmeanni
Nel sigillo di Sin-Ishmenanni, sono evidenti i temi trattati già nel periodo neosumerico: la figura del re divinizzato che accoglie ufficiali/fedeli introdotti da una divinità minore, secondo uno schema ripetitivo. L'intero campo scenico è arricchito da crescenti lunari, ovvero falci di luna che racchiudono dischi radiali, oppure astrri come globi e stelle. 
Il tema di rappresentazione prevede la presenza di un personaggio reale ovvero divino, seduto sul trono senza schienale. Porta abito a balze di lana e tiare a corna. Riceve, con un braccio proteso, l'orante.
Questi, spesso privo di capelli o di copricapo, incede verso il supposto sovrano a mani conserte  o alzate. Il vestito è lungo e da cerimonia, con drappi lungo i bordi della stoffa. La piccola figura tra il re e il fedele potrebbe rappresentare il figlio al quale è donato il sigillo come avvienenel più noto sigillo di Kirikiri, governatore di Eshnunna. Lo stile complessivo presenta le figure in una ordinata contrapposizione, che si mostra in una equa divisione dello spazio, nell'esasperato verticalismo dei personaggi e nei vistosi vuoti della metopa.

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