Questo periodo mostra una certa omogeneità, nonostante l'intera Mesopotamia sia caratterizzata da un accentuato policentrismo, con le città-stato in competizione tra loro o, a volte, dipendenti tra loro.
Ur - ricostruzione |
Le nuove forme statali si organizzano intorno al palazzo che diventa un centro direzionale delle nuove citta-stato, delegando al tempio, precedentemente unica organizzazione statale, il primato ideologico, compresa la legittimazione divina del potere regale.
I complessi religiosi mantengono una certa importanza amministrativa ed economica sebbene siano subordinati al potere del palazzo. La nascita di un centro forte, con l'autorità del palazzo affiancata a quella del tempio, determina un maggiore e più diretto controllo sulla periferia. Nella campagna, che deve ora contribuire con il pagamento di tasse e fornitura di lavoro, si estende l'amministrazione centrale attraverso un procedimento di decentramento e sfruttamento dei campi.
La produzione artistica è frutto della propaganda per legittimare i re delle città-stato, amministratori del territorio cittadino per conto del dio, di cui il sovrano è solo un custode.
La regalità viene spiegata dal concetto che essa "discende dal cielo", cioè è donata dagli dei al sovrano che si impegna a essere uno strumento del volere divino facendo da mediatore tra la sfera umana e quella divina. I re si presentano come amministratori di un territorio e di un popolo che appartengono alla divinità protettrice della città. I loro compiti sono quelli di curare gli aspetti amministrativi e di difesa, sebbene la qualità e la quantità dei raccolti, la produttività del regno e l'esito delle battaglie, rimangano volontà del dio. Il re deve anche essere garante del culto, cercando un buon rapporto con la divinità. Risalgono alla fine di questo periodo le prime informazioni di conflitti tra le diverse città-stato: Lagash contro Umma, Uruk che sottomette Ur, Larsa, Umma e Nippur fino a regnare su tutta la Mesopotamia orientale.
Nessun commento:
Posta un commento