mercoledì 7 ottobre 2015

Le costruzioni megalitiche

Le costruzioni megalitiche risalgono all'ultima fase del Neolitico. Il termine deriva dal greco mégas, grande, e lìthos, pietra. Sono costruzioni destinate soprattutto al culto.
Esistono tre tipi di costruzione megalitica:
Menhir circolare in Scozia
  • i menhir costituiti da una pietra conficcata nel terreno, di forma troncoconica o parallelepipeda posta forse a indicare un luogo di sepoltura. Sono alti da 2-3 metri a 6 metri. Ci sono eccezioni però, come il menhir di Kerlos in Bretagna e alto 9,5 metri e quello di Locqmariaquer alto 23,5 metri. I menhir possono essere isolati o presenti in allineamenti rettilinei o circolari, soprattutto in Bretagna e Gran Bretagna. 
Dolmen in Irlanda

  • i dolmen sono costituiti da due blocchi di pietra infissi nel terreno, cui è sovrapposta una lastra orizzontale. Il dolmen ha un carattere sepolcrale: può essere una tomba individuale o collettiva. In questo caso è formato da più blocchi portanti e talvolta presenta un corridoio di accesso. L'insieme poi è tutto ricoperto di terra. Questo sistema costruttivo è il primo utilizzato dall'uomo e viene chiamato trilitico, perchè composto da tre pietre: due verticali, dette piedritti che sostengono una orizzontale detta architrave. In Italia, i dolmen più antichi si trovano in Sardegna.

Cromlech di Almendres
  •  i cromlech sono una serie di dolmen disposti in modo da formare un figure circolare concentriche. Sono tipici dell'Europa centro-settentrionale e nell'area del Mediterraneo. Spesso sono orientati secondo precise direzioni astronomiche, riferite al Sole o alla Luna. 

Alla varietà di strutture corrisponde una pluralità di funzioni. In alcuni casi si tratta di tombe collettive in cui vengono deposti più defunti in tempi diversi. A volte, all'interno sono stati rinvenuti oggetti di corredo come armi in selce, vasellame, ornamenti e asce. Spesso sia sulle lastre dei dolmen che su quelle dei menhir si trovano segni o figure incise: motivi geometrici, disegni di asce, corna, simboli solari, idoli femminili.

lunedì 5 ottobre 2015

L'incisione a graffito: la Valcamonica

Questa tecnica consiste semplicemente nel "graffiare" la roccia, con una punta metallica o con una pietra dura e appuntita. L'arte delle incisioni è spesso legata alla religione. Le incisioni rupestri hanno forse origine  sul versante iberico dei Pirenei, ma si sono poi diffuse nel IV millennio in tutta Europa.
Un esempio perfetto è quello dei graffiti della Valcamonica, opera dei Camuni. Risalgono al Neolitico ma si spingono fino all'avvento dei Romani nella valle e persino al Medioevo. Le rocce arenarie di questa zona, levigate dai ghiacciai del Pleistocene, hanno creato la base perfetta per le raffigurazioni. A partire dell'Età del Ferro, nel IX secolo a.C., scompaiono le figure isolate o le composizioni di oggetti: armi e manufatti sono impugnati e utilizzati dai protagonisti delle scene, che acquistano così movimento e forza espressiva. 
Incisioni Valcamonica, I millennio a.C.

Le incisioni possono essere filiformi, cioè ottenute tracciando le linee con uno strumento appuntito, oppure eseguite con la tecnica della martellina o picchiettatura, che consiste nel colpire ripetutamente la roccia con un percussore litico in modo da realizzare una serie di punti incavati a comporre un segno continuo. 

Le figure animali, in prevalenza cervi e cavalli, hanno un corpo massiccio, rettangolare, mentre gli arti sono rappresentati in movimento. 

Le figure umane hanno invece un corpo a trapezio allungato; le gambe, in proporzione piccole, sono parallele o divaricate; le braccia sono alzate a mostrare le armi, o ripiegate ad U; la testa è un cerchio pieno, distinto dal collo.

Il duello e la caccia, frequentemente associati e ripetuti in modo ossessivo, sembrano alludere a esercizi atletici o comportamenti rituali: l'ostentazione delle armi, l'itifallia dei duellanti, rendono queste incisioni una forma di esaltazione della virilità. Si può quindi supporre che le immagini abbiano un carattere votivo, cioè siano state offerte a divinità  da parte di giovani che superavano determinate prove di passaggio alla condizione di guerrieri ed adulti.


venerdì 2 ottobre 2015

L'arte nel Neolitico

Il Neolitico è il periodo più recente dell'Età della pietra: è il momento in cui la pietra levigata sostituisce quella scheggiata tipica del Paleolitico. I mutamenti più significativi avvengono a livello sociale e produttivo. L'uomo inizia a dedicarsi all'agricoltura e alla pastorizia. E questo lo porta a diventare sedentario: lo stanziamento consente poi di stabilire relazioni sociali più intense.
L'uomo acquisisce nuove abilità e tecniche: impara a tessere le prime fibre vegetali, costruisce i primi telai, riconosce i diversi tipi di pietre e il loro uso, costruisce asce per il disboscamento, cuoce e conserva i cibi. Questo cambiamento è noto come "rivoluzione neolitica".
Mentre l'uomo del Paleolitico era dipendente dal proprio habitat, l'uomo del Neolitico intraprende un cammino di dominio sulle risorse naturali: seleziona le specie o le caratteristiche più favorevoli provocando mutazioni morfologiche, interviene sui ritmi di crescita, controlla i cicli di produzione, nascita e morte, modifica l'ambiente che lo circonda.
Giara da Tell Hassan
Anche la produzione artistica subisce un cambiamento e si differenzia in base alla cultura e all'area geografica. Per capire meglio le diverse fasi è utile lo studio della ceramica: in particolare ciotole e vasi.
Alla fine del VII millennio, la ceramica era diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. E' nota la produzione di vasi campaniformi, cioè a forma di campana rovesciata, decorati  con linee parallele, diritte od ondulate, motivi ad intreccio, cerchi o spirali. Ed è proprio la spirale il motivo nuovo di questo periodo: la ritroviamo sulle ceramiche ma anche sulle incisioni rupestri. La linea circolare, che torna verso il punto centrale, viene interpretata come la ciclicità dei ritmi biologici e riproduttivi dell'uomo e della natura.
Pastori e bovini, pittura dei Tassili
Le prime espressioni artistiche riguardano però la produzione di statue-stele, statuette fittili (cioè in terracotta), incisioni e dipinti. L'uomo neolitico ha la consapevolezza dell'ambiente che lo circonda. Lo si può notare nelle figure animali, come il bisonte, nella Pittura rupestre dei Tassili, ritrovata nel Sahara. Le forme però sono molto schematiche: spesso le figure sono individuate solo con pochi tratti. Compaiono segni geometrici. Le immagini servono a documentare un avvenimento o trasmettere un'informazione.  


Le prime forme di architettura e la nascita delle città
Terramare emiliana
Le prime forme di architettura risalgono a quando l'uomo è diventato sedentario, dando origine a veri e proprio villaggi. Interessanti sono i villaggi palafitticoli, le cui case sono cioè elevate su piattaforme sostenute da pali conficcati nel terreno. Questo tipo di soluzione abitativa era molto diffuso su tutto l'arco alpino. Un particolare villaggio palafitticolo è quello delle terramare, molto numerose in Emilia-Romagna. Questi insediamenti erano delimitati da un argine e da un fossato. 
Sassi di Matera
Un altro metodo era quello di scavare le abitazioni nella pietra o negli anfratti del terreno. L'esempio più famoso è quello dei Sassi di Matera, composti da caverne scavate nel tufo, a volte sovrapposte le une alle altre e disposte lungo un ripido pendio. Il primo insediamento risale a 10 000 anni fa. Le parti scavate e quelle costruite si compenetrano, in modo che il tetto di un'abitazione diventi la strada di accesso all'altra superiore.